Una delle domande che ricevo più spesso è se sia meglio mandare candidature mirate o no. La risposta, come spesso accade, è: dipende!
Vediamo i pro e i contro di queste due strategie.
Quando mandare candidature mirate
La candidatura mirata è tendenzialmente la strategia migliore perché comunica chiarezza negli obiettivi, consapevolezza delle proprie capacità, solidità professionale.
È vero, ci possono essere momenti nella vita in cui l’esigenza di un lavoro è priorità assoluta, e ci facciamo andare bene tutto. Però questa dovrebbe essere una strategia personale. Non è utile che venga esplicitata. I tuttologi difficilmente incontrano fortuna.
Mandare candidature mirate è più saggio perché aumenta le possibilità di successo.
Durante la selezione è difficile che le aziende considerino persone che hanno oltre cinque anni di seniority in un altro ambito professionale. Anche coloro che hanno già raggiunto un livello di carriera superiore alla posizione offerta (ad esempio, manager che si propongono per ruoli operativi) in genere non vengono coinvolti.
Per questi motivi, per chi ha intenzione di cambiare ruolo nel percorso di carriera diventa molto importante la lettera di presentazione, che consente di spiegare i perché del cambiamento ricercato.
Quando mandare candidature “a pioggia”
La candidatura che chiamo “a pioggia” è quella che viene inviata su larga scala, ad aziende diverse, anche per annunci non corrispondenti alle proprie caratteristiche.
In linea di massima non è una buona strategia. Dopo venti anni di lavoro nella selezione del personale posso dirvi che ci sono candidati di cui ho incontrato il curriculum su più aziende, per posizioni completamente diverse fra di loro. Per quanto possa sembrare cinico, dopo un po’ il cv di queste persone non viene più nemmeno aperto. È questo il motivo principale per cui bisognerebbe evitare di spammare il cv (ovvero inviarlo come se fosse un’e-mail spam).
La candidatura non mirata viene presa in esame principalmente in due casi:
- Quando l’azienda ricerca un profilo con competenze di base, da formare. Ad esempio, quando gli unici requisiti indicati nell’annuncio sono le competenze minime necessarie per qualsiasi contesto (come le abilità informatiche o una base di inglese);
- Quando la persona è talmente giovane e con una formazione aspecifica (come potrebbe essere quella ricevuta in un liceo) da essere adattabile a qualsiasi ambito professionale.
In tutte le altre situazioni la candidatura a pioggia rischierebbe di produrre risultati nulli, se non negativi.
Meglio cercare di rimanere allineati alle posizioni che abbiano almeno una minima corrispondenza con il percorso svolto fino a quel momento.
Una consulenza di carriera può supportarti nel definire una strategia efficace per la ricerca del lavoro. Per ogni esigenza di approfondimento su questi percorsi, contattami.
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