Come ci si presenta al primo colloquio di lavoro? Proverò di seguito a dare qualche suggerimento basandomi sull’esperienza maturata sul campo. Se alcuni consigli dovessero sembrarti scontati, sappi che per altre persone non lo sono affatto.
Cosa metto in valigia?
Partiamo da cosa fare prima del colloquio, per arrivare preparati:
- Consultare il sito aziendale: è sempre buona norma consultare il sito web, in modo da arrivare con un’idea di chi si ha di fronte. I recruiters gradiscono che il candidato sappia di cosa si occupa la propria realtà; è segnale di motivazione verso lo specifico contesto. Inoltre, questo ti eviterà inutili gaffes: è davvero sgradevole la situazione in cui il candidato si presenta con idee sbagliate sull’azienda;
- Rileggere il testo dell’annuncio, che avrai opportunamente salvato al momento dell’invio della candidatura. Questo ti servirà ad essere preparato ad eventuali domande sul profilo e a raccontare di te gli elementi più utili a dimostrare che sei la persona giusta;
- Preparare una breve presentazione di te in inglese: è ormai prassi diffusissima che il colloquio avvenga in parte in lingua inglese. Una delle domande più frequenti è la richiesta al candidato di raccontare qualcosa di sé. Preparati una breve presentazione, che colga aspetti della tua vita personale e lavorativa. Non impararla a memoria: se si nota che stai recitando, altre domande saranno inevitabili! Questo esercizio ti serve a memorizzare i termini e ad acquisire spigliatezza;
- Stampare una copia del curriculum: sempre utile averne una copia con sé. Molti candidati si presentano ai colloqui con abbondanti cartelline piene di documenti, certificati, tesi, tesine, ecc. Personalmente non do peso a questo tipo di documentazione, il primo colloquio mi serve per farmi un’idea di chi ho di fronte. Eventuali approfondimenti avverranno in una seconda fase.
Anticipi e ritardi
Qual è il momento giusto per arrivare ad un colloquio? Dai 15 ai 5 minuti prima. Va evitato l’anticipo oltre un quarto d’ora prima dell’orario prestabilito, sintomo di ansia o di scarsa considerazione dei bisogni dell’altro. Va bene l’arrivo “al pelo”, anche se rischia di diventare ritardo. Ma soprattutto va evitato il fuori orario, specialmente se non opportunamente annunciato. Se vi accorgete di stare tardando, una telefonata vi salverà la vita.
La solitudine è una brutta bestia
Presentarsi al colloquio con l’accompagnatore/trice è una buona strategia? Secondo me no. Si presume che tu sia maggiorenne e abile a muoverti nel mondo. Il selezionatore deve assumere una persona sola: te. L’accompagnatore/trice aggiunge qualcosa di privato e non richiesto ad un momento professionale. Potresti dare l’idea di essere una persona che dipende dagli altri, poco autonoma.
Questioni di tempo
Organizzati l’agenda in modo da avere tutto il tempo a disposizione per il colloquio, che ipotizziamo possa durare almeno un’ora/un’ora e mezza. Considera anche che, nel caso in cui tu piaccia, il tutto potrebbe diventare più lungo: potrebbe esserti proposto di incontrare altre persone, o di fare un piccolo tour aziendale. Mostrarti scalpitante perché devi tornare al lavoro o hai un altro impegno non ti aiuterà a confermare l’impressione positiva!
Ansie da guardaroba
Il dilemma del “cosa mi metto” è un classico quando si parla di colloqui. In linea di massima non c’è più rigidità sulla cravatta o il tailleur. Certo, molto dipende dalla posizione per la quale si concorre: è difficile immaginare un quadro o un dirigente senza giacca (sia se stiamo parlando di un uomo, che di una donna). Se invece la posizione riguarda un ambito impiegatizio, o di tipo operativo, credo sia più opportuno scegliere un abbigliamento informale, ma curato. L’importante è che sia evidente che ti prendi cura di te stesso/a e che sai come ci si propone in un ambiente di lavoro.
I sogni son desideri
Arriva al colloquio con un’idea chiara di ciò che stai cercando. Anche se non fosse ciò che c’è a disposizione in quel momento, darai una buona immagine di te se saprai raccontare chi sei e cosa stai cercando. L’uomo per tutte le stagioni è poco convincente. È vero: sei alla ricerca di un lavoro, e non c’è niente di male nel manifestare disponibilità e spirito di adattamento. Ma non è credibile che tutto possa piacerti! Anche in questo caso, prenditi un po’ di tempo per pensarci e scriviti due righe per chiarire anche a te stesso/a cosa vuoi dire di te, ma non imparare la filastrocca a memoria.
Dulcis in fundo
Capita anche la situazione in cui si decida di rinunciare ad un colloquio di lavoro. In questi casi è opportuno avvisare chi ha fissato l’appuntamento, anche solo con una e-mail. Il candidato che non si presenta e non avvisa viene irrimediabilmente messo nel libro nero, e si sta bruciando in un solo momento qualsiasi opportunità anche per il futuro.
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