“Palazzina LAF” è un film del 2023, ispirato a una storia vera di mobbing che ha coinvolto un gruppo di lavoratori dell’Ilva, ex Italsider, di Taranto, risalente a fine anni novanta. Parleremo di questo film per descrivere le conseguenze che lo stress e il mobbing possono produrre sui lavoratori, e per trovare strategie utili a reagirvi.
La trama
Caterino Lamanna è un operaio dell’Ilva. La sua parentela con un medico fa sì che entri nelle grazie di un manager, che gli propone di diventare una spia al suo servizio. Caterino deve informarlo sulle attività sindacali e altri movimenti tra il personale potenzialmente pericolosi per l’azienda. Questa condizione di privilegio gli vale l’utilizzo di un’automobile aziendale e lo porta ad avvicinarsi alla realtà della palazzina LAF. Questa palazzina è un edificio in disuso all’interno dello stabilimento, nel quale vengono trasferiti lavoratori in attesa di nuova assegnazione. Si tratta principalmente di impiegati non graditi, che vengono qui trasferiti senza alcun ruolo, perché non accettano di essere dirottati su mansioni non corrispondenti alle loro competenze.
Caterino – ingenuo ai limiti dell’imbarazzante – chiede di essere assegnato a questo edificio, convinto che sia il regno del bengodi: nessuno, infatti, lavora. Ma la palazzina è un ambiente insalubre già a prima vista: muri scrostati, polvere, vecchi archivi confusi e inutili.
Nel tempo vediamo la palazzina riempirsi sempre di più, e i suoi occupanti manifestare comportamenti sempre più problematici. La situazione si risolve grazie alla perseveranza di un sindacalista, che aiuta i lavoratori a portare alla luce la loro condizione, fino al procedimento giudiziario di cui si può ascoltare qualche stralcio alla fine del film. Quando accadono questi fatti, il reato di mobbing non esiste ancora e i manager coinvolti verranno condannati per violenza privata ai danni dei lavoratori.
La rilettura psicologica
La disattenzione della direzione dell’azienda alla salute e sicurezza dei lavoratori è evidente. Ne sono prova gli incidenti e gli infortuni che avvengono a contorno della storia principale, ma che sono indicatori di mancanza di tutela delle condizioni in cui dovrebbe svolgersi il lavoro.
Il benessere lavorativo parte dalla progettazione del lavoro e questo film lo dimostra completamente. Infatti, oltre agli incidenti che procurano danni fisici, possiamo osservare come la mancanza di una strategia per la tutela del benessere possa affliggere anche i dipendenti che non hanno a che fare con gli impianti produttivi.
Gli occupanti della Palazzina LAF sono condannati ad andare al lavoro, senza però avere alcun compito da svolgere. L’assenza di impegno, giorno dopo giorno, e la permanenza all’interno di un contesto ambientale degradato, diventano cause di uno stress che – protrattosi nel tempo – conduce a varie forme di disagio. Non siamo, infatti, di fronte ai simpatici cialtroni che ci potrebbe far venire in mente il ricordo di Fantozzi. Nella saga fantozziana, gli impiegati trascorrevano le loro giornate da nullafacenti ma si guardavano bene dal farsi scoprire dal megadirettore di turno. In questo caso, invece, è il management a lasciare i lavoratori senza compiti da svolgere.
Di fronte allo stress, ognuno reagisce in base alle proprie risorse e capacità. I più deboli finiscono col soccombere all’apatia e alla rabbia. Tutti i lavoratori sono confusi e tesi: chi si raduna e prega insieme ad altri, chi gioca, chi distrugge oggetti inutili, chi passa il proprio tempo in uno stato di apatia e abbandono. Queste reazioni non hanno un’implicazione effettiva per la risoluzione del problema (la condizione di inattività forzata) ma servono a sopportare il carico emotivo che comporta. Il malessere è evidente: fra tremori, pianto, gesti ossessivi, ogni persona che vive nella palazzina finisce – prima o poi – col progredire verso uno stato di stress cronico, fino all’esaurimento.
I momenti in cui vediamo le persone più vivaci, in cui anche chi sembrava più disturbato riesce a dare un contributo, sono quelli in cui i lavoratori iniziano ad intraprendere azioni per risolvere il problema. Infatti, è solo quando prendiamo in mano la nostra vita e cerchiamo di trovare una soluzione a ciò che ci disturba, che possiamo esprimere positivamente e con responsabilità il nostro essere. In questo caso l’unione fa la forza e anche i più deboli riescono, grazie al sostegno del gruppo, a mettersi in azione.
Come uscire da una condizione di stress lavorativo
Il caso presentato in questa pellicola riesce ad ottenere riscontro e tutele, a livello giuridico, perché riguarda un insieme di più lavoratori. Nella mia attività professionale, mi capita spesso di confrontarmi con persone che ritengono di subire un carico di stress lavorativo non congruo. Tuttavia, non è sempre facile distinguere una condizione oggettivamente dannosa da una percezione soggettiva di eccessivo stress. Non a caso, la normativa prevede che lo stress lavoro-correlato venga valutato su gruppi omogenei di lavoratori, e non su casi singoli.
Per questo motivo, il primo consiglio a chi soffre è sempre quello di cercare un supporto a carattere personale. Confrontarsi con i professionisti della salute (medici e psicologi) per una valutazione più specifica della propria situazione. Ne ho parlato anche nell’articolo “Il lavoro mi sta facendo ammalare”.
Inoltre, avviare un confronto con le figure interne al proprio ambiente di lavoro: l’ufficio del personale, il management, gli RLS e rappresentanti sindacali che conoscono l’azienda dall’interno. Anche la consulenza del sindacato territoriale può essere di supporto.
Il ricorso alla tutela legale è un’altra strada, ma occorre tenere conto che un’azione nei confronti del proprio datore di lavoro produrrà anch’essa un carico di stress. Pertanto, il mio consiglio è di valutarla attentamente in relazione alla propria condizione di salute, al supporto offerto dalle figure presenti in azienda e dalle prospettive poste dall’avvocato di riferimento.
Se senti la necessità di una consulenza sul tema dello stress lavorativo e sul tuo modo di affrontarlo, contattami. Valuteremo insieme le modalità più efficaci per affrontare la situazione che stai vivendo.
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“Palazzina LAF” è un film italiano del 2023, diretto da Michele Riondino, ispirato al libro “Fumo sulla città” di Alessandro Leogrande.