Autostima e assertività nella comunicazione

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In questo post descriveremo il legame fra autostima e assertività nella comunicazione.

L’assertività in psicologia

L’assertività in psicologia è il “saper prendere le difese di se stessi in maniera efficace, nell’ambito delle relazioni interpersonali, con cui esercitiamo il nostro personale diritto e nello stesso tempo rispettiamo i diritti altrui. Ciò implica la capacità di descrivere i propri sentimenti in modo onesto, di verbalizzare la propria posizione in una discussione, con lo scopo di raggiungere un obiettivo specifico. L’assertività può manifestarsi nel descrivere sentimenti, fornire buone ragioni per un comportamento, o suggerire un comportamento o un atteggiamento che pensiamo sia giusto, senza esagerare per ottenere effetti teatrali o attaccare le altre persone” (Verderber R. F., 1993; pp.141).

I comportamenti assertivi

Per meglio comprendere ciò che significa essere assertivi, si può mettere in contrapposizione questo modo di relazionarsi con sé e gli altri con le modalità passiva ed aggressiva:

  1. persona passiva: è attenta solo agli altri, da cui è condizionata e influenzata; subisce, non si oppone mai e ha paura di relazionarsi con gli altri. Cerca di compiacere ed evita costantemente i conflitti, si mortifica. La persona passiva è inibita, non si riconosce il diritto di esprimersi, crede che gli altri abbiano più diritti di lei. Volete un esempio dal cinema? Fantozzi, sempre pronto a scusarsi e ad assecondare i desideri altrui (specialmente dei potenti), è il prototipo del soggetto passivo. Basti pensare al titolo del film: Fantozzi subisce ancora.
  2. persona aggressiva:  è attento solo a se stessa, prevarica gli altri utilizzando metodi coercitivi e distruttivi. Cerca potere personale e sociale. In genere è poco empatica, non è in grado di riconoscere le conseguenze delle sue affermazioni sugli altri. Esprime la rabbia attraverso atteggiamenti aggressivi e giudicando le altre persone. Un esempio di questa tipologia può essere Miranda Priestly (Meryl Streep) di “Il diavolo veste Prada”, tutta concentrata su di sé e i propri bisogni, capace di creare un clima di terrore intorno a sé.
  3. persona assertiva: è attenta sia a sé che agli altri, da cui, però, non viene condizionata. Utilizza metodi gratificanti e motivanti. Il suo obiettivo è il successo personale e sociale (vissuto nella parità e nel rispetto degli altri). La persona assertiva riesce ad affermare i propri bisogni senza aggredire, può negoziare piuttosto che imporre o subire le scelte altrui. Un esempio dal cinema può essere lo psicologo Sean Maguire (Robin Williams) del film “Will Hunting – genio ribelle”, propenso all’ascolto, disposto ad ascoltare la rabbia del ragazzo ma non a ricevere attacchi personali, dai quali si difende. Oppure possiamo pensare a tutti i condottieri delle grandi produzioni americane (es. Aragorn de “Il signore degli anelli” o il protagonista de “Il gladiatore”).

Ovviamente questa è una generalizzazione: ciascuno di noi nella vita può esprimere in certi momenti un comportamento assertivo, piuttosto che uno passivo o aggressivo. Esiste tuttavia una tendenza personale che ci può far delineare tipologie di persone.

Autostima e assertività

Il concetto di assertività è strettamente legato a quello di autostima, poiché “essere assertivi […] significa saper comunicare senza troppe paure e senza troppe riserve mentali e possedere quel coraggio e quella decisione che derivano da una buona stima di sé. Non essere imbrigliati da sentimenti di inferiorità e neppure compiacersi narcisisticamente di se stessi e vivere il rapporto con gli altri in modo ostile. L’autostima, però, deve essere adeguata e cioè fondata su risorse personali e su abilità professionali sicure e non velleitarie; infatti un comportamento assertivo che non muova da un fondamento realistico di competenze o di potenzialità e che non riesca, quindi, a divenire un strumento operativo efficace si riduce a un puro atteggiamento velleitario e non credibile.

Come risultare assertivi

Apprendere o perfezionare un comportamento assertivo richiede alcuni prerequisiti personali senza i quali l’assertività rischia di apparire una sorta di rituale poco spontaneo: non si tratta, infatti, di apparire assertivi ma di esserlo.” (Bonenti  e Meneghelli, p.11).

Tornando alla contrapposizione fra individui passivi, aggressivi ed assertivi, si può dire (anche se si tratta di una semplificazione) che: gli individui passivi sono solitamente dotati di scarsa autostima; quelli aggressivi sono dotati di un’elevata autostima di copertura che nasconde, però, una profonda insicurezza; quelli assertivi sono, invece, dotati di un livello di autostima soddisfacente.

Pertanto è chiaro che, se pure possiamo lavorare sulla nostra modalità di comunicare, l’equilibrio legato alla fiducia in se stessi è un  presupposto fondamentale per potersi muovere nel mondo in modo assertivo.

L’assertività è una competenza comunicativa che si può sviluppare attraverso un percorso di coaching: contattami per definire insieme un piano di coaching individuale.

 

Bibliografia

Bonenti D. e Meneghelli A. (1997) Assertività e training assertivo. Guida per l’apprendimento in ambito professionale. Milano: Franco Angeli.

Verderber R. F. (1993) Communicate! Belmont: Wadsworth Inc.

Esempi dal cinema

Aragorn (assertivo) 

Il Gladiatore (assertivo)

Miranda(aggressiva)

Fantozzi (passivo)

 

Fonte immagini: Pixabay – immagini libere da copyright