Conviene accettare una controfferta dal proprio datore di lavoro, dopo aver rassegnato le dimissioni?
Hai deciso già da tempo di cambiare lavoro, hai trovato una nuova proposta interessante, comunichi le dimissioni al tuo datore di lavoro e arriva una controproposta. Cosa fare?
L’esperienza mi dice che questa è una scelta da ponderare bene. Sono molti i motivi per i quali bisognerebbe interrogarsi a fondo, prima di decidere se accettare o meno controproposta. Vediamo quali domande porsi prima di fare la propria scelta.
Come mai hai deciso di dare le dimissioni?
Il primo punto sul quale occorre interrogarsi è il motivo per il quale si è deciso di rassegnare le dimissioni.
Le motivazioni possono essere varie, legate sia ad aspetti di natura economica sia ad una insoddisfazione per altri aspetti dell’esperienza lavorativa. Se si tratta di motivazioni economiche, a fronte di un’esperienza di lavoro complessivamente positiva, può valere la pena ragionare con il proprio datore di lavoro in un’ottica di rilancio. Se invece la decisione di cambiare lavoro dipende da aspetti connessi alla gestione del rapporto di lavoro, all’ambiente, al clima aziendale, ai rapporti interpersonali con i colleghi più prossimi, allora vale la pena fare un ragionamento più ampio. Perché se è vero che un aiuto al portafogli può cambiare in positivo il nostro bilancio familiare, è anche vero che il denaro non ci ripagherà per un ambiente di lavoro poco salubre, per ritmi di lavoro forsennati, per la pretesa di obiettivi irrealizzabili, per relazioni conflittuali o per la mancanza di fiducia con le persone con le quali interagiamo.
A tal proposito, se le difficoltà sono con i tuoi responsabili, posso suggerirti la lettura dell’articolo Cosa fare se il capo non ti considera.
La tua comunicazione di dimissioni potrebbe rompere il rapporto di fiducia?
Per quanto ci possa essere un buon rapporto con il proprio datore di lavoro o con i responsabili, la comunicazione delle dimissioni è un passaggio che mina il rapporto di fiducia tra lavoratore e azienda. Questo è il motivo per il quale sconsiglio di muoversi in un’ottica di ricatto per ottenere aumenti di stipendio. La modalità “rilancia o me ne vado” può dare riscontri al primo tentativo, ma indispone se ripetuta e finisce col deteriorare i rapporti.
È opportuno chiedersi se, dopo aver notato l’intenzione a dare le dimissioni, l’azienda continuerà ancora ad investire su di noi.
Ci sono situazioni in cui l’azienda non può permettersi di perdere un lavoratore perché è in possesso di competenze strategiche, per cui rilancia per trattenerlo, anche se poi permane in tutti gli attori coinvolti il dubbio che la persona un domani possa nuovamente decidere di spostarsi. Vale quindi la pena guardare bene negli occhi i propri interlocutori, raccontarsi che cosa non ha funzionato fino ad ora e, solo dopo questo passaggio, decidere se vale davvero la pena di accettare la controproposta. Il rischio, infatti, è di ritrovarsi con uno stipendio più alto ma con un datore di lavoro che non garantirà ulteriori scenari di crescita.
Quanto ti spaventa il cambiamento?
Qual è la motivazione reale che ti spinge a prendere in esame una controproposta da un datore di lavoro dal quale eri già propenso ad andartene? Sappiamo che il cambiamento è una fonte di stress e che può comportare un appesantimento per la persona che lo deve affrontare. Tuttavia, è opportuno bilanciare le motivazioni che possono spingere ad affrontare questo momento stressante con l’ipotesi di rimanere in un contesto nel quale evidentemente non si sono trovati i giusti equilibri.
Cosa ti viene offerto dalla nuova azienda?
Durante un iter di selezione si ricevono diverse informazioni rispetto alla nuova offerta di lavoro: alcune sono esplicitate nella job description o raccontate durante i dialoghi con i futuri responsabili o i referenti dell’ufficio risorse umane. Altre, quelle che hanno a che fare con il clima aziendale, con il tipo di aria che si respira all’interno dell’azienda, possono essere percepite solamente attraverso il dialogo con gli interlocutori o con l’osservazione dell’ambiente di lavoro. Un contatto diretto con la nuova realtà è essenziale.
Questo è uno dei motivi per i quali sarebbe importante – anche durante iter di selezione che prevedono una grossa fetta di colloqui online – avere la possibilità di visitare l’azienda. Specialmente nelle fasi conclusive di accettazione di una nuova proposta. Le intuizioni che raccogliamo durante i colloqui di persona sono una guida molto importante per spingerci verso il cambiamento.
Se abbiamo la sensazione che nella nuova azienda troveremo qualcosa di migliorativo, suggerisco di ponderare bene l’ipotesi di accettare la controfferta del datore di lavoro.
In definitiva, la scelta di accettare una controproposta dal proprio datore di lavoro porta con sé delle conseguenze che vanno ben oltre la firma di un documento. È una scelta da considerare valutando pro e contro del passato e del futuro possibile.
Se vuoi un aiuto per affrontare questa presa di decisioni, contattami. Pochi incontri di career coaching potrebbero essere sufficienti per analizzare la situazione e decidere il tuo orientamento su questa scelta.
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