La leadership di una donna che reagisce al trauma e al lutto: Io sono ancora qui

leadership femminile, lutto e trauma

“Io sono ancora qui” mi è sembrata la pellicola più adatta per la Giornata internazionale dei diritti della donna, perché propone un modello di donna forte, robusta, ben bilanciato su un personaggio dai tratti femminili. Il film è il racconto biografico di una famiglia brasiliana negli anni della dittatura militare, ed è veicolo di molti messaggi importanti di tipo politico e sociale.

La trama

Io sono ancora qui (Ainda estou aqui) è tratto da una storia vera, quella della famiglia Paiva, che ha visto la sparizione improvvisa del padre ad opera del sistema dittatoriale instauratosi in Brasile. È tratto dal libro autobiografico scritto da Marcelo Rubens Paiva, sulla scomparsa del padre Rubens Paiva e sulla madre Eunice Facciolla, moglie di Rubens e, in seguito alla sua sparizione, attivista impegnata per far emergere la verità.

La pellicola ha vinto l’Oscar 2025 come Miglior film internazionale, e racconta la storia della famiglia Paiva dal momento dell’arresto di Rubens (inizio anni ’70), per arrivare alla vecchiaia della moglie, Eunice Facciolla, protagonista del film. Infatti, mentre Paiva sparisce, la pellicola si incentra sulla vita di Facciolla: la sua carcerazione insieme ad una delle figlie, le torture subite, le battaglie per conoscere la verità sulla fine del marito, fino ad arrivare alla trasformazione della tragedia in un atto di emancipazione e difesa dei diritti sociali. Infatti, Facciolla si laurea in Giurisprudenza e si impegna per mantenere viva la memoria sulle nefandezze procurate dalla dittatura militare.

La rilettura psicologica

Il film è ricco di spunti per uno sguardo psicologico, ma i più interessanti mi sembrano tre: l’esperienza del trauma, il lutto traumatico e l’esempio di leadership femminile.

L’esperienza traumatica

Nel film vediamo rappresentate almeno due esperienze traumatiche: la carcerazione di Eunice Facciolla e della figlia Eliana, che subiscono violenze verbali e privazioni della dignità a più livelli, e il trauma provocato a tutta la famiglia per la scomparsa improvvisa di Rubens Paiva.

Nel film vediamo tutti i protagonisti travolti da un fortissimo stress psicologico, e la capacità graduale, più o meno di tutti, di affrontarlo nel quotidiano senza abbandonarsi, ma reagendo in modo costruttivo. Questo è un esempio di capacità di reazione dell’intero sistema familiare al trauma, nel quale, non a caso, il supporto reciproco fra i componenti diventa una vera medicina per sostenersi nel superare l’accaduto. Ma nella vita non va sempre così: a un trauma possono seguire diverse conseguenze psicologiche, come lo sviluppo di disturbi che è opportuno trattare con strumenti psicoterapeutici dedicati (fra i quali l’EMDR).

Quello di Eunice Facciolla è un vero esempio di crescita post-traumatica, ovvero dell’esperienza di trasformazione e sviluppo che può verificarsi nelle persone che hanno subito un trauma. In questo caso, la sua capacità di investire nella propria persona per farne una bandiera delle ingiustizie subite dal marito e da molti altri desaparecidos.

Il lutto traumatico

Per le circostanze in cui avviene la scomparsa di Paiva, tutti i famigliari sono investiti da un’esperienza di lutto traumatico. Possiamo definire un lutto traumatico quando la perdita della persona dipende da cause improvvise e violente, come disastri ambientali (terremoti, alluvioni), violenze perpetrate su singoli o gruppi (es. attentati, rapine), suicidi. Anche la pandemia da Covid19 è stata motivo di lutti di tipo traumatico, per l’impossibilità di rimanere vicini ai propri cari malati o di accompagnarli con una cerimonia di saluto adeguata.

In questi casi, l’elaborazione del lutto può risultare complicata dalla circostanza imprevista e drammatica in cui avviene la perdita.

Nel caso della famiglia Paiva, la situazione viene esacerbata dall’assenza di informazioni circa la scomparsa del padre e marito. Infatti, per molto tempo dopo l’arresto la famiglia è privata di informazioni di circa la sorte toccata al congiunto. Rimane così bloccata in un limbo emotivo fra la speranza di ritrovarlo e il realismo di una sorte prevedibile, benché non dichiarata.  Si pensi che la famiglia riuscirà ad ottenere un certificato di morte solo nel 1996, a distanza di oltre venti anni dall’arresto di Rubens.

Si tratta inoltre di un lutto che rimane confinato nei circuiti familiari in cui è possibile affrontare l’argomento: la dittatura è feroce e rimane in osservazione dei Paiva per molto tempo.

Il modello di leadership femminile

Nel film colpiscono la solidità e la dignità con cui Eunice Facciolla affronta tutti gli eventi che si affliggono su di lei e sulla sua famiglia. Madre di cinque figli, proprio questo ruolo la costringe a mantenersi forte nonostante la disperazione, perché deve preservare il futuro dei propri ragazzi.

Durante il periodo di detenzione la vediamo resistere alle torture con una profonda robustezza psicologica. Benché provata di ogni dignità, rimane salda nei propri principi e riesce ad arrivare all’uscita dal carcere, ritrovando i figli. Nei confronti della famiglia mantiene un ruolo di cura ed esprime negli affetti il suo sostegno.

Ritrovatasi madre sola a portare avanti la vita familiare, avvia una serie di scelte per poter garantire ai figli il sostentamento necessario. Si trasferisce di città per ritornare dalla sua famiglia di origine, e qui inizia ad avviare il proprio riscatto, dando senso alla perdita. Trasforma, infatti, la sua esperienza in un manifesto per la condanna sociale di quanto avvenuto. In questo modo può preservare la propria integrità emotiva dal trauma delle esperienze vissute.

Un modello di leadership femminile di questo tipo può offrire molti spunti per una donna che stia cercando un proprio modo di esercitare autorevolezza. Non è facile trovare nel cinema degli esempi di questo genere, ne ho già parlato in un articolo sulla figura della donna manager nei film. Quello di Facciolla è un esempio significativo, calato in un dramma.

Se ti ha incuriosito la riflessione su questo film e i contenuti che propone, contattami. Valuteremo insieme le tematiche di tuo interesse e l’eventuale supporto migliore in relazione alle tue esigenze.

Io sono ancora qui” è un film di produzione brasiliana e francese del 2024, diretto da Walter Salles.