Capita di avere un lavoro sicuro, a tempo indeterminato o in un’azienda solida, e di sentirsi insoddisfatti. Può succedere anche a persone non pretenziose, che però non trovano nel loro contesto i giusti ingredienti per sentirsi a proprio agio.
In una situazione di questo tipo, affrontare un cambiamento non è una scelta facile.
I vantaggi di una condizione conosciuta difficilmente possono essere controbilanciati da un futuro ignoto. È una prospettiva in cui, inevitabilmente, si deve decidere di assumere qualche rischio.
Ai miei clienti propongo di analizzare a fondo le motivazioni di questa scelta. È un’attività che ha un doppio scopo: da un lato quello di evitare decisioni avventate, di cui potrebbero in futuro pentirsi. Dall’altro, quello di individuare la motivazione che aiuta a spiccare il volo. Inoltre, conoscere le proprie motivazioni al cambiamento è utile anche per raccontarsi in modo convincente durante i colloqui di lavoro.
Cosa valutare
Gli aspetti minimi da analizzare per capire se è il caso di fare questa scelta sono:
- Chiedersi se il lavoro attuale sia coerente o no con i propri bisogni: ciascuno di noi cerca nel lavoro degli ingredienti che hanno a che fare con motivazioni personali, bisogni, valori in cui si crede. Se l’occupazione non è coerente con questi punti, il bilancio dell’esperienza diventa sfavorevole e si prova insoddisfazione. Se vuoi approfondire gli ingredienti per la felicità al lavoro, puoi leggere questo articolo.
- Valutare l’impatto complessivo di una scelta di cambiamento sulla propria vita. Non sto parlando solo di aspetti economici, ma anche logistici, di equilibrio casa-lavoro. La vita di ciascuno si adatta al lavoro svolto ed è importante considerare se un cambiamento comporterebbe, ad esempio, la necessità di modificare abitudini o di dotarsi di supporti esterni per la gestione personale o familiare (es. comprare una nuova automobile, avere un aiuto domestico, ecc.).
- Capire come si manifesta l’insoddisfazione per il lavoro attuale. Dirò una cosa scomoda, che non tutti vogliono sentire, ma che ho riscontrato in molte occasioni. Spesso le persone vedono nel lavoro la causa di tutti i loro mali, perché è più facile scaricare le colpe sul contesto lavorativo anziché ammettere di avere altri problemi personali. Talvolta la fonte più consistente di infelicità risiede nel contesto familiare, o in una situazione di coppia insoddisfacente, o in atteggiamenti personali che impediscono di valorizzarsi (es. una scarsa autostima), o ancora nella mancanza di svago nel tempo libero. Il lavoro è, nella maggior parte dei casi, qualcosa su cui abbiamo poco potere di azione. Diventa quindi il capro espiatorio migliore verso cui puntare il dito. Questo è il motivo principale per cui, nei percorsi di consulenza di carriera, accompagno la persona nell’analizzare il motivo per cui vuole cambiare lavoro e come si senta insoddisfatta. Si può essere annoiati, frustrati, troppo coinvolti, stressati o altro ancora. Sono tutte condizioni diverse, che poggiano su motivazioni diverse. È utile conoscerle.
Cambiare lavoro è una scelta che comporta dei rischi e va ponderata bene. L’esperienza delle persone che ho avuto modo di seguire mi dice che la decisione di getto non è il modo migliore per cambiare lavoro. Ad esempio, lasciare una grande azienda per una piccola realtà è molto più complesso di quanto non possa sembrare.
Cosa fare
Una volta individuato il motivo dell’insoddisfazione è utile valutare se non sia possibile risolvere quel problema rimanendo nello stesso contesto.
Problemi di relazione si possono approcciare e migliorare con un lavoro su sé stessi che aiuti a individuare modi diversi di comportarsi. Non è possibile cambiare le persone, ma è possibile modificare le relazioni utilizzando approcci comunicativi differenti. Ne ho parlato nell’articolo sul cosa fare se il tuo capo non ti considera. Il coaching può essere uno strumento valido per modificare questo tipo di insoddisfazione.
Insoddisfazioni legate al tipo di ruolo ricoperto possono essere approcciate iniziando un’azione interna al proprio luogo di lavoro. Troverai qualche spunto nell’articolo su come cambiare ruolo nella stessa azienda o, più in generale, nel percorso lavorativo.
Come decidere
È importante ascoltare le proprie emozioni, ma anche darsi il giusto tempo per affrontare scelte che possono cambiare profondamente l’equilibrio di vita.
Mi capita di incontrare persone che immaginano di sfuggire a una insoddisfazione mettendosi in proprio. Eppure, il lavoro autonomo non è una risposta adatta a tutti.
È necessario, specialmente per chi lavora da molto tempo per la stessa realtà lavorativa, approcciare al cambiamento con la calma e la pazienza necessaria per iniziare ad immaginarsi nello scenario di una trasformazione personale.
Hai deciso di cambiare lavoro e di dare una svolta importante alla tua carriera lavorativa? A volte è possibile uscire dalla gabbia da soli, senza ricorrere ad aiuti esterni. Più spesso invece, l’aiuto di una professionista può facilitare e velocizzare il processo. Contattami per progettare insieme una consulenza di carriera che possa soddisfare le tue esigenze.
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