“L’Intrepido” è un film davvero illuminante, perché ci racconta come il non perdersi d’animo, anche di fronte a momenti di vita estremamente difficili, sia l’unica soluzione per andare avanti.
La trama
Il protagonista è lo sfortunatissimo Antonio, interpretato da Antonio Albanese. Questo attore ci rimanderebbe immediatamente alla comicità, invece la pellicola è decisamente tragica e Albanese si è dimostrato capace di un’ottima prova di interpretazione drammatica.
La vita di Antonio vista dal di fuori è una completa disgrazia. È divorziato da una moglie che lo ha lasciato per un faccendiere facoltoso, ha un figlio ventenne che soffre di disturbi d’ansia e per il quale sembra piuttosto preoccupato, e vive una condizione lavorativa più che precaria: sostituisce altri lavoratori in modo abusivo, su mandato di una specie di caporale che – oltretutto – non lo paga.
Antonio è una persona dalle mille risorse, che riesce a mostrare impegno e dedizione in tanti lavori differenti e svolge efficacemente tutte le attività che gli vengono proposte. È anche estremamente generoso: rinuncia a se stesso pur di aiutare altre persone, come il figlio o una ragazza che incontra ad un concorso, alla quale regala le risposte alla prova concorsuale a proprio rischio, prima ancora di conoscerla.
La rilettura psicologica
Guardando il film viene spontaneo provare simpatia per Antonio e augurarsi il meglio per lui, perché è evidente: se lo merita. Infatti, nonostante la sua condizione sfortunata, riesce a rimanere sempre coerente con se stesso e a tenere un comportamento eticamente ineccepibile. Antonio non accetta soluzioni facili se si accorge di trovarsi ai confini della legalità.
Invece la vita gli regala solo difficoltà e problemi.
Eppure, nonostante queste condizioni di vita sfavorevoli, Antonio non perde mai il sorriso: è un ottimista, uno che non perde la speranza neanche quando si trova di fronte ad un buco nero. Probabilmente Antonio ha capito che il sapore della vita è quello che noi decidiamo di darle e sa che se mollerà non potrà che peggiorare la propria condizione. Ha capito che, mantenendo la speranza, prepara il terreno per costruirsi delle alternative.
Antonio è un vero campione di resilienza e di responsabilità: resiste allo stress e risponde alle situazioni che gli capitano assumendo in prima persona gli oneri delle proprie scelte e delle relative conseguenze, senza cercare scorciatoie e soluzioni facili.
In conclusione, l’insegnamento che ci lascia è che se davanti a una disgrazia ci deprimiamo, le cose non potranno che andare male. Se accettiamo di farci corrompere, non potremo che perdere libertà.
È un film che consiglio a chi si sente in una condizione difficile, perché insegna a non mollare.
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“L’intrepido” è un film del 2013, diretto da Gianni Amelio.