Come mantenere o ritrovare l’intimità di coppia? Uno dei nemici più comuni per le coppie è la routine. Quando il rapporto si consolida, ci si conosce a fondo, si condividono progetti e responsabilità quotidiane, si rischia di entrare in un circolo vizioso in cui la coppia non è più al centro dell’attenzione. Si parla più di ciò che accade intorno alla coppia (famiglia, lavoro, ecc.) che di ciò che accade all’interno della stessa (stiamo bene insieme? Cosa vorremmo l’uno dall’altro?).
Un modo per ravvivare il rapporto consiste nel riaprire le porte del dialogo e aumentare lo scambio fra i due componenti. Per farlo si possono scegliere vari modi: partire insieme per un viaggio o un fine settimana, dedicare tempo e spazio alla comunicazione di ciò che sta accadendo nella coppia, scriversi reciprocamente una lettera per raccontare sé stessi all’altro.
Sperimentare l’intimità
In questo post propongo un esercizio chiamato da Nathaniel Branden “sperimentare l’intimità”. Si tratta di una prova semplice da realizzare, anche con risorse limitate, e al contempo molto potente, perché porta fuori dalle abitudini e riporta la coppia a una dimensione di centralità.
L’esercizio si chiama “Sperimentare l’intimità” e consiste nel trascorrere dodici ore insieme nella stessa stanza, senza altre presenze (né persone né animali), senza oggetti di distrazione (libri, TV, smartphone, giochi o altro), senza momenti di riposo, senza il richiamo delle responsabilità (figli, animali domestici, genitori anziani devono essere affidati a qualcuno che se ne prenda cura in piena autonomia).
Lo scopo è di rimanere isolati dal resto del mondo (l’ideale sarebbe svolgerlo in un contesto fuori dalle mura domestiche, come un albergo), concentrarsi su sé stessi e sull’altro, stare insieme per tutto il tempo e parlarsi di ciò che si prova intimamente.
Dodici ore possono sembrare moltissime, ma sono nulla rispetto ad anni di vita vissuta insieme ed è proprio la disponibilità di uno spazio di tempo significativo a permettere l’innesco di uno scambio intimo.
Come si svolge l’esercizio
Si sta insieme. Si può rimanere in silenzio, si può parlare della coppia. Qualunque cosa dica l’uno, l’altro non lascerà la stanza, ma farà i conti con quanto raccolto ed esprimerà il proprio sentire.
Vietato divagare su altri argomenti (problemi di lavoro, di casa o altro). Vietato aggredirsi fisicamente.
Dopo un po’ di tempo dall’inizio delle dodici ore si sperimenterà la possibilità di aprirsi sempre di più e di svelare sé stessi all’altro. Da questo esercizio nascerà uno scambio diverso dai dialoghi quotidiani. Uno scambio più profondo, più sincero, nel quale ci si ascolta e si ascolta l’altro con un livello di attenzione difficile da ritrovare nella vita quotidiana.
È possibile che emergano vissuti di tristezza o di rabbia, che la comunicazione sia poco fluida o poco piacevole. In questo caso è opportuno chiedersi cosa stia accadendo alla coppia, cosa ci sia dietro la rabbia o il pianto, cosa sta mancando perché la coppia funzioni.
Può accadere che vengano alla luce segreti, cose mai dette, con le quali è difficile fare i conti. In questo caso il suggerimento è di rimanere in ascolto e valutare come questi elementi possano trovare un loro spazio all’interno della coppia.
In ogni caso è importante accogliere con empatia il sentire dell’altro e non giudicare. In questo può essere di aiuto l’esercizio della comunicazione non violenta.
Se l’esperimento non dà i frutti sperati
Dedicarsi a questo esercizio significa attivare la responsabilità di entrambi i membri della coppia: bisogna essere focalizzati e convinti dell’utilità del tentativo. Si può partire anche con scetticismo, ma è fondamentale la volontà di fare qualcosa di buono per sé e per l’altro, di non prendersi in giro, di non approcciare all’esercizio con cinismo (“non ne ho nessuna voglia ma ti accontento”, “lo faccio solo perché insisti”).
Se si parte con un presupposto di responsabilità, ci si dà la possibilità di affrontare la coppia e l’altro con atteggiamenti di ascolto, empatia e voglia di costruire insieme.
Potrà venire la tentazione di interrompere l’esercizio prima del tempo, ma sarà proprio superando l’impasse iniziale che si otterranno risultati. Se la prova viene fermata, non se ne potrà verificare l’efficacia. Si rischierà anzi di rimanere con un senso di frustrazione e un vissuto negativo con cui fare i conti.
Qualora dallo scambio dovessero emergere nuove difficoltà, ostacoli alla comunicazione o sensazioni negative tra i partner, suggerisco di non chiudere il dialogo ma continuare a parlarne. Eventualmente valutare l’ipotesi di un percorso di consulenza di coppia.
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