Il mese di settembre è un momento di ripartenza, di avvio di un nuovo ciclo, di scelte. È un mese critico specialmente in questo 2020, anno segnato dalla pandemia, da un inizio di recessione, da tanti cambiamenti – sul piano personale e professionale – che ognuno di noi inevitabilmente ha incontrato: nuovi modi di lavorare, diverse modalità di comunicare e relazionarsi con gli altri, rivoluzione delle proprie abitudini di vita.
Settembre in un anno qualsiasi
Fin da bambini siamo stati abituati a un ciclo scolastico che si interrompeva a giugno per riprendere a settembre, e ad agosto abbiamo sempre visto sospendersi la maggior parte delle attività produttive. È per questo che settembre si collega ad un momento di bilancio e di pianificazione futura, forse ancora più potente di quello di inizio anno solare.
Francesco Guccini lo ha raccontato nella Canzone dei dodici mesi:
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età,
dopo l’estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità
Settembre nel 2020
Se settembre ha sempre avuto un significato di bilancio e ripartenza, nel 2020 questo mese diventa un momento ancora più cruciale.
Si sta concludendo un’estate difficile, fatta di gioia per la possibilità di uscire dal lockdown e paura per ciò che potrebbe essere il futuro e per i numeri di diffusione del covid, in Italia e nel mondo.
Un mix di desiderio e paura. Desiderio di uscire dalle abitazioni per fare la vita di sempre, insieme alla paura di ammalarsi o vedere ammalati i propri cari, ai timori per il futuro e per la recessione che si sta prospettando.
E poi tante incognite, sia sul piano personale che sociale. Le aziende continueranno ad adottare lo smart working? La scuola riuscirà a ripartire? Ci saranno dei nuovi lockdown? Riusciremo a contrastare gli effetti della crisi?
Oggi le domande sono davvero tante, e vanno ben oltre il classico bilancio di inizio autunno.
Come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità
Come gestire il proprio bilancio di inizio anno senza cadere preda dell’ansia o dello sconforto?
Intanto è vero che alcuni dei nostri progetti potrebbero avere avuto necessità di un cambiamento, alla luce degli ultimi accadimenti. Non tutti i traguardi stabiliti negli ultimi mesi potrebbero essere ancora realizzabili. Potrebbero essere intervenuti ostacoli a modificare il contesto o le nostre risorse (economiche, di tempo, ecc.).
Ecco quindi, ancora di più, l’esigenza di riprendere in mano vita e progetti per definire i prossimi mesi di attività.
Prenditi almeno due ore di tempo, possibilmente senza interruzioni, e segui i quattro passi che trovi di seguito.
Punto uno: focalizzati sul presente
Il primo passaggio fondamentale è quello di focalizzarsi sul presente.
Metti da parte i rimpianti e i sensi di colpa dell’avrei dovuto, avrei potuto, non ho fatto, ho sbagliato, ecc. ecc. Rimuginare sul passato non ti aiuterà ad affrontare il prossimo periodo.
Metti da parte i rimuginii del tipo “se fosse”… Se il covid non fosse arrivato, se non ci fosse stato il lockdown, se non avessero chiuso le scuole, eccetera eccetera. Inutile pensare in questi termini: facciamo i conti con il presente.
Punto due: chiarisci i tuoi obiettivi
Il secondo passaggio è chiarire i tuoi obiettivi. Per aiutarti, prova a farti in successione queste tre domande:
- Cosa voglio?
- Cosa mi manca?
- Cosa mi serve per averlo?
Fattele una prima volta, riparti con il ciclo e ponitele anche una terza volta, se necessario. Se da solo/a hai l’impressione di perderti, puoi scrivere domande e risposte oppure puoi chiedere a qualcuno di fidato di fare questo esercizio insieme a te. In questo secondo caso, è fondamentale che chi ti fa le domande si concentri solo sul porre le questioni, ed eviti di interferire con le sue considerazioni o altre domande. Non si tratta di avviare un dialogo, ma di darti l’input per la tua riflessione personale.
Questo esercizio è davvero potente, se riuscirai a farlo senza pregiudizi riuscirai a vedere le scintille delle possibilità.
Punto tre: metti nero su bianco
E per finire un terzo passaggio: mettere nero su bianco il proprio progetto.
Ciò che abbiamo in testa è volatile, indefinito, privo di contorni.
Ciò che mettiamo su carta (o su un file) prende immediatamente forma, assume peso, colore, lascia l’impronta.
Scrivi, quindi. Fai un grafico o un cronoprogramma, o ancora un elenco dei punti chiave o dei traguardi che ti dai per raggiungere il tuo obiettivo.
Punto quattro: usare la tecnica del gambero
Se ti è chiaro dove vuoi arrivare, ma hai difficoltà a tracciare il percorso per raggiungere il traguardo, prova a ragionare al contrario.
Collocati nel futuro, proprio lì dove i tuoi obiettivi sono stati raggiunti, e chiediti quale sia il percorso per arrivarci. Muoviti come un gambero dalla meta all’inizio del percorso.
Detto questo… Buon lavoro!
Se vuoi approfondire il tema leggi anche questo articolo.
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