Cosa hanno in comune coaching e teatro, e come si possono coniugare in favore dell’aumento del benessere delle persone?
Partiamo dal coaching
Partiamo dal coaching. Nella definizione dell’International Coaching Federation, il coaching è una “partnership con i clienti, che attraverso un processo creativo stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale”. Il coaching quindi si basa sull’aumento delle possibilità della persona attraverso un processo creativo, che permette di rileggere in modo diverso la propria realtà e di cogliere possibilità inesplorate.
Insieme al potere della creatività, gli elementi chiave su cui il coaching fonda la propria efficacia sono, come direbbe John Whitmore, consapevolezza e responsabilità. Il coach infatti supporta la persona nel diventare consapevole di sé, del proprio modo di osservare il mondo, dei propri modi cronicizzati di comportarsi, e contestualmente l’aiuta a prendersi carico responsabilmente di problemi, obiettivi, risultati da conseguire, eleggendosi come parte attiva delle proprie scelte e dei contesti che vive.
Il teatro
Il teatro è un’attività artistica, creativa. Fare teatro apre alla persona la possibilità di sperimentarsi in ruoli diversi, di vivere su di sé personaggi e modi di vedere il mondo differenti dal proprio, di esprimere una gamma molto ampia di emozioni, comprese quelle che fa più fatica ad esprimere perché le sente lontane da sé. Il teatro dunque è un terreno di gioco ideale per l’espressione della creatività, e da lì per la presa di consapevolezza e per l’assunzione responsabile di ruoli diversi.
Integrare il teatro in un intervento di coaching (individuale o di gruppo)
Il teatro può essere integrato con il coaching sia nella dimensione individuale, che in quella di gruppo. Nel coaching individuale, ad esempio, si può chiedere alla persona di mettere in scena ciò che intende realizzare, permettendole di misurare su un campo sperimentale l’esito che desidera per sé o di sperimentare punti di vista e ruoli diversi dal proprio. Nel gruppo le stesse proposte sono potenziate dalla possibilità di esplorarsi nel confronto con l’altro, utilizzando lo scambio di ruoli (“inversione di ruolo” nello psicodramma di J. L. Moreno) e la reciprocità per aumentare la consapevolezza.
Un esempio di applicazione di coaching e teatro mi ha vista protagonista, insieme a Nodi Playback Factory, nella ICF coaching week 2016 con il progetto “Scene di carriera”, durante il quale abbiamo realizzato un intervento di group coaching utilizzando le tecniche del playback theatre, stimolando i partecipanti sul tema della carriera.
Se ti piace l’idea di un percorso di coaching arricchito da strumenti teatrali, contattami.
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